Tre domande impossibili ai poeti. Poesie-cartoline postate di Alfonso Cataldi, Carlo Livia, Guido Galdini, Giorgio Linguaglossa

Giorgio Linguaglossa

 

Giorgio Linguaglossa

 

1) quali sono le esperienze significative che la poesia deve prendere in considerazione?
2) la mancanza di un «luogo», di una polis, quali conseguenze hanno e avranno       sull’avvenire e il presente della poesia?
3) è possibile la poesia in un mondo privo di metafisica?

 

Tre domande terribili, da far tremare i polsi.

Penso che qui ci vorrebbe un filosofo per tentare di abbozzare una risposta. In mancanza di una risposta accettabile però si continua a fare poesia come se nulla fosse. Ecco, mi meraviglia la ingenuità dei poeti di oggi che scrivono poesia come si beve un caffè o come si fa un pacco regalo, capisco che la prima e la terza domanda sono davvero domande impossibili, epperò io penso che non si possa fare una poesia degna di questo nome se non si ha in mente una risposta a quelle due (tre) domande, almeno in forma implicita. Domani posterò alcune poesie di un poeta ceco che credo queste domande se le sia poste e che si sia dato una risposta. Un poeta consapevole dunque, consapevole di una consapevolezza molto alta di quello che scrive.

 

Stamane nel dormiveglia mi è venuto in mente questo verso:

 

La balena ha i denti bianchi

 

È stato il mio inconscio a suggerirmelo, non ne dubito, perché non c’era nulla prima di quella frase, né dopo… è una frase venuta dal vuoto, dal vuoto del sonno del dormiveglia. So che da qualche parte quella frase finirà, o si svilupperà in una composizione, o forse non si svilupperà affatto erimarrà così, monca, allo stato di frammento. Eppure, sono convinto che il mio inconscio, o meglio, la mia mente inconscia, abbia risposto con quella frase a quelle tre terribili domande poste in esergo, forse è l’inizio di una risposta che verrà nel futuro…

 

Penso che il verso di Gino Rago:

 

Nella sala di lettura è entrato un elmo senza testa

 

sia in qualche modo una risposta a quelle tre domande… mi viene una domanda: ma l’inconscio pensa a colori o in bianco e nero?

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Alfonso Cataldi

 

«Cambiare i piani nella disciplina della dentatura
alleggerisce le aspettative della cena»

 

Piero aggredisce il sentiero degli Appalachi
come l’ultimo capitolo che non riesce a consegnare.

 

Nel formicolio intorno ai giochi del parco
Giacomo chiede «per favore, posso scivolare?»

 

Ringrazia e corre tra le braccia della madre.
Cosa resterà di una caduta sui pattini

 

protetti da casco e ginocchiere?
L’inconscia beatitudine della distrazione.

 

- Gli arti assumono la forma dell’inconoscenza-
annota Eudora Fletcher, a margine di una lacerazione.

 

Mistero Hifeng turba l’ormai deserta Piazza del Duomo
su Second Life, esponendo le sue sculture da otto euro l’una.

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Carlo Livia

 

Quando fu aperto l’ottavo sigillo, vidi un Segno nel cielo; poi la Bestia vermiglia divorò quel Segno e sette vegliardi ciechi morirono in segreto.

 

Sorse un tumulto di spose e l’ombra si mutò in una voce che disse: ” Voi che mi avete dimenticato resterete per sempre sul confine fra la tenebra e la luce. ”

 

Apparve il Signore dell’oblio e sciolse le sue chiome: erano lingue di fuoco che arsero la Terra.

 

La Vergine concepì il candore d’un altro universo, ma il testimone lo imbrattò di sangue e di dolore.

 

Voci soccorrevoli gremivano i sogni, ma il pianto regnava supremo.


L’Enigma riversò il suo calvario sulle strade e spense Inferno e Paradiso.

 

L’ira del Padre vegliava da dieci precipizi morbidi.
L’estasi ultramarina si perdeva in confutazioni.

 

Un terrore di roseti oscurava i corpi delle fanciulle.
L’attimo immobile risaliva la china, sempre più folle, e chiamava il suo nome ad ogni resurrezione.

 

Quando scomparvi la mia ombra divenne divina,
invano.

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Guido Galdini

 

avevo una metafisica in tasca
ma non mi riesce più di trovarla

 

dev’essermi caduta per terra
quando ho estratto di fretta un fazzoletto

 

la scomparsa dei luoghi procura
inderogabili raffreddori

 

meno male che sta finendo l’impero
il prossimo sarà di bigné

 

c’è da spiegare agli epigoni e ai palombari
il sorriso di pastafrolla delle balene.

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

…una spiaggia, un ombrellone a spicchi rossi, il mare, il sole, il baobab… il cielo è azzurro e il mondo sembra di burro, un uomo sotto l’ombrellone aspetta il solleone… di lontano, un naviglio a vapore, sembra fermo ma non lo è. un’onda, due, tre

 

Giorgio Linguaglossa

 

Giorgio Linguaglossa

 

…c’era questa poesia nascosta nell’oblò
una casetta in cadillac, un fiume azzurro, il mare che se ne va, la rana canticchia sul cocuzzolo, di là, le nuvole lillà e la luna di qua prendono il tram per la felicità, felci azzurre in quantità, mirabilie e morbidità.

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

La balena ha i denti bianchi
…avevi un piede sulla luna che stava sotto alla ringhiera, c’era il lampione, la luce gialla tra i palazzi illuminati e i fili elettrici, le antenne delle tv, il cielo violetto, la luna lillà, io sto di qua, tu di là, la parola sa dove andrà, nell’aldilà, nell’aldiqua, nessuno lo sa…

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

Il corvo è nero perché parla
…un divano rosso sulla parete verde, il vaso cinese con figure azzurre e un mazzo di fiori, iris, girasoli e margherite giganti, un gatto sul divano e un ippocampo, laggiù c’è una giostra, ma non si vede, perché c’è la parete, oltre la parete c’è un altro divano rosso, e un corvo nero…

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

… rinchiuso in una stanza cinese, mangio con avidità una caprese, e brindo con Moet Chandon, chiuso in una stanza caprese mangio una cinese con un bloc notes e una bic… fuori bandiere, primavere, un sofà sull’altalena e un pappagallo giallo: cric cric cric

 

 

Giorgio Linguaglossa

 

 

… il treno sulla sopra elevata passa via… una car, un pedone, striscia bianca, la ferrovia… la balena bianca ha i denti bianchi, la balena rossa ha i denti rossi, la biancheria è bianca e bianca è la felicità, chissà chi lo sa… la pagina della felicità è il treno che passa sulla biancheria bianca, sulla banca bianca, sulla tromba bianca… chissà, mi chiedo, dove andrà quel treno là…